martedì 4 giugno 2013

SAMUEL : CONTATTO CON IL MONDO

Martedì 4 Giugno 2013 Hr 8.30 am



Amici del web, ieri notte ho infranto tutte le regole che mi ha imposto Costel.

Finalmente ho avuto la possibilità di incontrare una persona come me e non solo, ma vi devo raccontare tutto dall'inizio.



Siamo arrivati a casa, una casa nel bel mezzo del nulla, scavata nella terra. Vi metto in allegato una foto, giusto per farvi capire … Una volta entrati, una grande lastra indistruttibile di metallo misto ad acciaio con qualche altra lega di cui non ricordo il nome, si chiude e ci protegge dagli avvenimenti esterni. Così mi sono trovata ancora una volta sotto terra, dopo pochissime ore di volo e di viaggio in macchina. Costel e Zenovia hanno ottenuto il permesso per venire in Italia, sì, perché, a quanto mi hanno raccontato, ora è quasi impossibile lasciare il proprio paese, ma, visto che loro girano per lavoro, hanno questo permesso da anni.

“Posso andare in camera?”.

Ho domandato a mia madre mentre afferravo le mie due valigie.

“Sì, Sara, ma scendi subito perché ora preparo la cena”.

Mi ha risposto lei scendendo le scale.

“Domani inizi  lezione  con il tuo nuovo professore, me lo ha consigliato un caro amico, ti troverai bene con lui”.

Mi ha detto Costel mentre controllava il resto della casa.

Apparentemente la casa sembra molto grande, invece è giusta per tre persone, ho trovato subito la mia stanza, ho iniziato a disfare le valige e in meno di mezz'ora sono andata sopra, in sala da pranzo...

Zenovia, da quando la conosco, non ha mai mangiato con noi, si chiude sempre nel suo studio e lascia me e Costel soli.

“Certo ogni tanto potrebbe anche farci compagnia!”.

Dico io a mio padre.

“Sara, lo sai che Zenovia è occupata per via del suo lavoro da giornalista, domani sarà una giornata pesante”.

Mi risponde lui mentre con un telecomando tra le mani chiude la botola in cui ci troviamo e per l'ultima volta io vedo la luce del sole.

“Tu sei occupato con il lavoro di professore, ma mangi con me … “.

Aggiungo io ribellandomi un po' al comportamento della donna.

“Sara, come ti dico sempre, non siamo tutti uguali”.

Aggiunge lui iniziando a cucinare.

Io cerco di trovare il cassetto delle stoviglie e quello delle tovaglie e lo aiuto ad apparecchiare.

Le nostre cene sono sempre silenziose e la maggior parte dei pranzi sono sola, io e Pelo.

Finito, mi sono alzata ed ho lavato i piatti, poi sono scesa in camera mia.

Riaccendo internet e ricevo un messaggio via mail:

“Non sei sola. Non sei l'unica in queste condizioni, se vuoi sapere di più contattami, Samuel”.

Forse una domanda che vi state ponendo è come mai parlo Italiano, conosco molte lingue, da quando sono bambina, molte delle quali me le ha insegnate Costel, lui è un professore liceale.



Non parlare con gli sconosciuti, non uscire di casa, non uscire di casa da sola … “.

Questa è la frase che mi sono ripetuta per un po' prima di … Rispondere.

Samuel era il mio unico contatto con il mondo ed anche la mia occasione per scoprire qualcosa di più.

“Sono Sara, possiamo vederci?”.

Ho scritto.

Subito dopo mi è arrivata la risposta.

“Ti do l'indirizzo del posto dove possiamo incontrarci: Via Alberico II n 20.”.

Mi ha risposto.

“Come ti raggiungo e come ti riconosco?”.

Ho domandato.

“Prendi un taxi, ma stai attenta a chi lo guida, porta una croce con te e mettila al collo, ti aspetto davanti ad un albero a quel civico … Porto una giacca marrone, copriti bene, fa freddo, ci vediamo lì fra tre ore, dovresti farcela”.

Lo so, non sapevo niente di questa persona, sono stata un'incosciente, ma almeno adesso so molte più cose … E le saprete anche voi.

Ho aspettato che i miei genitori si addormentassero, sono salita in salotto, ma il telecomando del bunker non c'era, l'ho cercato ovunque, Zenovia doveva averlo nascosto, fa sempre così, non si fida di me, questa volta ha fatto bene.

Ho pensato che ci dovesse essere un'altra uscita, un'uscita d'emergenza … Quindi mi sono recata nuovamente sotto e sono scesa delle cantine.

Non potete capire la puzza di fogna lì sotto, una fognatura, forse se avessi seguito il condotto mi sarei ritrovata in superficie … Così è stato.

Qualche metro dopo la mia romantica passeggiata insieme a dei topi, ho visto una scala e mi sono arrampicata, in alto c'erano delle grate che con grande fatica sono riuscita a spostare, poi, appoggiando le mani sul suolo, mi sono fatta leva e sono salita in superficie.

Vicino al tombino ho trovato un pozzo, e alle sue spalle c'è una casa abbandonata, sembra disabitata, ma non ho voluto indagare oltre.

Dovrebbe essere estate, ma fa freddo e quel posto mette i brividi, ma è il cordone ombelicale che unisce il mio bunker con il mondo.

Mi sono voltata e dalla parte opposta ho visto un cancello nero chiuso che dava su una strada …

“Di male in peggio”.

Mormoro.

Ho lanciato lo zaino dall'altra parte e mi sono arrampicata, il cancello era ricoperto di piante arrampicanti spinose, vi lascio immaginare le mie povere mani, ma alla fine sono riuscita, con un salto ad arrivare dall'altra parte.

Davanti a me una strada e poi delle case completamente distrutte, ho guardato a destra, ho guardato a sinistra, c'era il nulla.

Non avevo un telefono, i miei non mi permettono di averne uno, così ho iniziato a camminare verso destra, sperando che passasse qualcuno, ho indossato il mio mp3 ed ho iniziato ad ascoltare la musica, non mi sono accorta che qualcuno mi stesse seguendo, fin quando non mi sono sentita afferrare per la vita e scaraventare a terra.

Sopra di me c'era un … Non so come definirlo, una sorta di uomo pelato con due corna nere che gli spuntavano dalla testa, la pelle rossa e tatuata , gli occhi rossi e delle strane orecchie a punta.

Mi blocco i polsi, dovevo assolutamente reagire, così ho flesso le gambe portandole al petto, mentre la bava di quel mostro gocciolava sulla mia guancia …

Con tutta la forza che avevo in corpo ho tirato un doppio calcio al petto dell’energumeno e l'ho scaraventato a terra, mi sono rialzata, molto velocemente si è alzato anche lui.

“Non si scherza con il fuoco, piccola”.

Mi ha detto.

Non sapevo assolutamente cosa fare …

Improvvisamente la testa del mostro cade a terra … E di conseguenza anche il corpo.

Davanti a me adesso c'era un ragazzo dagli occhi azzurri con un’ascia insanguinata tra le mani.

“Tu ragazzina, da dove sbuchi?”.

Mi ha chiesto arrabbiato.

“Non lo so, cosa era quella cosa?”.

Ho chiesto indicando il corpo della bestia.

“Non sai cos'era? “.

Mi chiede lui sorpreso.

“Senti, non ho tempo da perdere, torna a casa piccola!”.

Mi dice andando avanti.

“Scusa ...Scusami ...”,

Urlò io rincorrendolo.

Lui si volta ed esclama:

“Ragazzina io non posso farti da balia, tra l'altro sei pure umana … “.

Mi risponde in maniera sgarbata.

“Voglio sapere dove posso trovare un taxi”.

Confermo io.

“Seguimi, la prima stazione è a pochi passi da qui, ma non farmi domande”.

Mi dice, io ubbidisco e lo seguo.

Finalmente arriviamo in un posto un po' più affollato, sembra una stazione di benzina e a distanza vedo un piccolo locale.

Si avvicina un taxi:

“Signorina ti serve un passaggio?”.

Mi domanda un tipo strano.

“Non ci pensare minimamente Igor”.

Gli risponde il ragazzo che mi ha appena salvato la vita.

“Ma io ho bisogno di un taxi!”.

Esclamo io.

“Di un taxi guidato da un umano, non da un vampiro che ti succhia il sangue!”.

Mi risponde lui.

“Vampiro?”.

Domando io e il taxi si allontana.

“Ecco, questo lo puoi prendere”.

Continua lui avvicinandosi ad un altro taxi, mi apre lo sportello, m’invita ad entrare, richiude lo sportello e mi saluta con la mano.

“Dove ti porto?”.

Mi domanda la donna bionda alla guida dell'auto.

“Ecco, questo è l'indirizzo”.

Le dico porgendole un foglio dove ho appuntato tutto.

“Non siamo troppo lontani, tra quindici minuti siamo lì”.

Mi risponde la donna, poi alza il volume della radio e non dice più nulla.

Arrivata a destinazione, pago la corsa ( con i soldi rubati a mio padre, perché i miei non mi danno nessuna paghetta, compro tutto online con una carta che mi ricaricano di volta in volta), scendo da taxi e mi rendo conto di essere in anticipo di un'ora, così decido di arrampicarmi sull'albero di fronte al civico 20 ed aspettare lì.

Vedo passare molte persone strane, forse ubriache … Anche qualche mostro simile a quello che ha ucciso lo strano tipo che mi ha aiutato, poi, sotto l'albero si avvicina un ragazzo con una giacca marrone …

“Deve essere lui”.

Dico e mi lancio sotto.

“Oh cazzo, da dove sbuchi?”.

Domanda lui.

“Samuele?”.

Domando.

“Si, Sara?”.

Mi domanda lui e io annuisco.

Lui mi afferra la mano e mi trascina via con se.

“Andiamo via da qui, prendo il motorino”.

Si avvicina ad uno scooter rosso e mi lancia un casco dello stesso colore.

“Avanti, ti faccio vedere Roma com’è ora, immagino che tu abbia visto le foto su internet … O sui libri … Ma il mondo com’è ora è vietato farlo vedere su internet … “.

Più vado avanti, meno ci capisco.

M’infilo il casco e salgo sul motorino.

Incredibile, Roma da quello che leggo sempre sui libri di storia è sempre stata una bellissima città, invece ora è allo stato brado … Un mucchio di sassi e polvere.

Sam mi ha fatto vedere com’è ora il mondo, non immaginavo fosse così logorato, i miei genitori mi nascondono tante cose, veramente troppe.

“Devo tornare a casa, prima che i miei si accorgano che non ci sono”.

Gli dico io, mentre ci fermiamo nella piazza che una volta chiamavano San Pietro.

“Ok, ma dobbiamo incontrarci con più calma, credo tu debba parlare con mio nonno … Lui sa tutto … Devi poi imparare a riconoscere gli umani dal resto della popolazione, le parti si sono invertite Sara, ora, noi umani o la maggior parte di noi vive sotto terra, e i demoni sono in superficie … “.

Mi risponde lui.

Io ho un miliardo di domande da fargli, ma dovevo tornare a casa, mi sono fatta riaccompagnare nella strada del pozzo.

“Sei sbucata da un tombino?”.

Mi ha chiesto.

“Sì, Sam”.

Rispondo io arrampicandomi sul cancello e scendendo dall'altra parte.

“Sara dammi il tuo numero”.

Mi ha detto.

“Non ho il telefono. Domani i miei iniziano a lavorare e sono sola tutto il giorno, la mattina faccio lezione, ma il pomeriggio verso le quattro possiamo vederci qui.”.

Ho risposto.

“Va bene”.

Mi dice lui salutandomi.



Ragazzi più vado avanti, peggio mi sento.

Cos'era quel mostro che mi ha attaccato?

Chi è in realtà Samuele?

Chi è il tipo che mi ha salvato?

Perché su internet non si trovano le informazioni sullo stato attuale del mondo?

Come faccio a distinguere un umano da un vampiro o un demone? Molti di loro hanno le nostre sembianze …

Non vedo l'ora che arrivi oggi pomeriggio per sapere di più, pare che il nonno di Samuele sappia molte cose …

Vado, altrimenti, il mio professore si altera.



Sara.









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